IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …"
C'era una volta un barbiere che faceva la barba alla povera gente. Scorticava le facce con un vecchio rasoio e vi trinciava braciole di quando in
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due ragazze, domandava: - Compare, quando maritate queste figliuole? - Quando ci sarà chi le vuole. - E che dote gli date? - Dote niente. Rota la
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. E la mattina, quando il Reuccio andava a caccia, seguito da tanti cavalieri, se lo divorava con gli occhi, e si sporgeva fuori dalla finestra
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. La trottola girava, e la bambola parlava: - Buon giorno, Reuccio! Buona sera, Reuccio! Ed ora aggiungeva: - Quando ci sposeremo, Reuccio? Quando ci
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mio? E crollavano la testa. D'inverno andavano a letto di buon'ora; almeno nel letto stavano caldi. E anche lì, quando non potevano dormire
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bambina non si vede. - Oh Dio! Le sarà accaduto un malanno! Vado a cercarla. - A quest'ora? Lasciamo socchiuso l'uscio di casa. Quando torna, se ne va a
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stomaco pieno. Il padre la rabbrontolava: - Con che cuore tu canti? Ci rimane da mangiare appena per altri due giorni! - Quando sarò morta, non
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parlare, e rispondeva a quel modo. Quando crebbe fu peggio. Per un nonnulla picchiava i ragazzi che facevano il chiasso con lui, e poi spiccava un salto
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, soffiando, soffiando, soffiando per farla stare allegra, perché quella povera figliuola non poteva avere altro svago; e quando si riposavano, ansimanti
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C'era una volta un Re che aveva un vocione così grosso e forte, da poter essere udito benissimo fino a dieci miglia lontano. Quando parlava, pareva
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la mattina dopo all'alba era di ritorno. Quando aveva fatto una buona retata, scorgendo da lontano la moglie che lo attendeva, ansiosa, alla spiaggia
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incanto. Gattini di gesso e che gridino non se n'è mai visti finora. Quando fu giorno, andò dal padre: - Maestà, il mio matrimonio col Reuccio non può
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. - E dopo? - Dopo, quando Dio vorrà, sarà altrimenti. - Allora, del matrimonio non ne facciamo nulla per ora. - Come piace a Vostra Maestà. Di tratto
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ravviluppata, che non poteva muovere le gambe. E l'ago cuciva, cuciva, cuciva; e quando non ebbe più niente da cucire nei panni, cominciò a cucire
Accademia della crusca
